Pasqua
La settimana Santa a San Mauro Castelverde inizia la domenica delle Palme con “L’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme”. Proseguirà la sera di giovedì santo nella chiesa arabo-normana di San Giorgio con “A cena” (ultima cena). Mentre il venerdì santo è il giorno più intenso di appuntamenti: con la via crucis vivente “A Visària” in mattinata, la processione del Cristo morto nel pomeriggio e la liturgia delle sette parole la sera. Il tutto si concluderà con la veglia pasquale di sabato santo e con
"I panarietri, u cori di panna" sono dei semplici oggetti che ogni bambino fino a qualche anno fa cercava di procurarsi per abbellire il personalissimo rametto di palma; rametto che uno zio, un parente, un vicino di casa gli procurava raccogliendolo nelle nostre campagne.
Quel rametto di palma, rappresenta ancora oggi per ciascun bambino il biglietto di partecipazione alla processione che
E' questa l'unica pianta che si china offrendo i suoi frutti verso il basso,il dattero è in verità uno dei frutti più dolci esistenti in natura; rappresenta la dolcezza dell'amore di Dio, che viene offerta da Gesù a chi la desidera. "... Il mio diletto è bianco e vermiglio... i suoi riccioli grappoli di palma” (Cfr. Cantico dei Cantici 5,10 - 11).
GIOVEDI’ SANTO
Dodici confrati del S.S. Sacramento, tutti professati, partecipano seguendo una turnazione al cenacolo. Sulla tavola imbandita nell’abside della chiesa di San Giorgio sono presenti: il pane, la lattuga, il finocchio, l’agnello pasquale (fatto di biscotto) e i “minnulicchi”. Questi cibi hanno ciascuno una simbologia ed un significato particolare, che nell’insieme rappresentano la morte e la resurrezione di Cristo e il risveglio della natura.La Pasqua è strettamente legata alla terra,si celebra infatti in concomitanza del grande risveglio primaverile,caratterizzato da un flusso vitale nuovo,un nuovo ciclo di vita.
Il pane ha una duplice valenza: da una parte ricorda il pane esodiale, pane azzìmo non lievitato. Dall’altra ricorda il pane eucaristico: il Corpo di Cristo.
Finocchio e Lattuga: simboleggiano le erbe amare, le erbe selvatiche in ricordo delle amarezze della schiavitù ebraica in Egitto; segno anche delle amarezze dei vizi e dei peccati.
L'Agnello, esposto sotto forma di biscotto rappresenta l'agnello pasquale ebraico in ricordo della schiavitù in Egitto e la liberazione di un popolo.
“Minnulicchi”, dolci di mandorla di forme varie: romboidali (rappresentano i mattoni d’Egitto), rotonde (simboleggiano l’Eucaristia) e a ferro di cavallo (rappresentano San Giorgio il primo patrono del paese).
Il vino, esposto nelle bottiglie,rappresenta il sangue e il sacrificio di Cristo.
Se la lavanda dei piedi è mimetica, ossia Gesù invita tutti a imitarlo, l'unzione che segue la lavanda è memoriale. Gesù infatti anticipa al Giovedì ciò che sarà realizzato il Venerdì Santo. "Maria (sorella di Lazzaro) allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. " (Giovanni 12, 3 – 7). Per l’unzione si prepara un decotto ottenuto attraverso un miscuglio di erba bianca, vino, rosmarino, alloro, origano e scorze d’arancia.
La seconda parte della cerimonia prevede la spartizione a ciascun apostolo delle portate esposte sul cenacolo. Nei giorni successivi ciascun apostolo dividerà parte dei cibi benedetti ad amici , parenti e vicini di casa. Questo rito della “Cena” ha origine seicentesca,solo che al posto dei “nevoli” o cialde,fatte di semplice farina e acqua, senza lievito si distribuisce,ora,alla fine della Santa Messa il pane. Quest’anno inoltre sarà distribuito anche l’agnello pasquale e la cerimonia dello svolgimento è ripresa dal rito del ‘600.
VENERDI’ SANTO
Letteralmente significa via sacra. Da secoli, la mattina del Venerdì Santo, una processione parte dalla chiesa di Santa Maria dei Franchi, e, seguendo le 14 stazioni della via Crucis, raffigurate in maioliche di terracotta, incastonate sui muri di alcuni edifici privati, si avvia da Piazza Municipio per raggiungere, attraverso le strette e tortuose stradine del paese, la matrice arabo-normanna di San Giorgio, nei pressi dei ruderi del castello.
Quest’anno per la quinta volta, la prima risale al 1995, ‘A Visària sarà rappresentata dal gruppo teatrale dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo di San Mauro Castelverde, aiutato nell’occasione dalla partecipazione attiva e dall’entusiasmo di molte persone esterne all’associazione, per un totale di più di settanta unità.
E’, in occasioni come queste, che la celebrazione liturgica si fonde con la rappresentazione teatrale in un unico percorso di fede. La sacra rappresentazione inizierà nella medievale piazza Municipio e si concluderà tra i ruderi del castello, seguendo il percorso scandito dalle stazioni della Via Crucis secondo le seguenti vie: Umberto, Serra, Carlo Alberto, A. Spallina, Piano San Giorgio, Castello.
Nella piazza medievale si svolgeranno: la scena dell’Orto del Getsémani e dell’apparizione dell’Angelo a Gesù, nella piazzola del terzo ordine dei gradini; quella del Sinedrio, nei pressi del campanile della chiesa di Santa Maria, quella del Pretorio Romano e quella dell’incontro tra Gesù e Giuda nella piazzetta antistante la chiesa. In questo modo, grazie anche al popolo di Galilea che sarà errante per tutta la piazza, il pubblico oltre a spostarsi fisicamente per ogni scena, sarà coinvolto pirandellianamente e simbolicamente in prima persona. Dopo la condanna a morte di Gesù, il corteo, guidato da soldati romani a cavallo (equites), si incammina per raggiungere il Golgota. Durante il percorso si svolgono le scene, nell’ordine: della Prima caduta di Gesù, dell’incontro straziante con
I costumi dei protagonisti sono stati realizzati utilizzando diverse stoffe: lana, cotone, misto lana, fustagno, raso e lino. Per le armature e gli elmi dei soldati romani sono stati usati materiali vari quali: rame, cuoio, piume di boa, ossidante (fegato di zolfo), silicone, ravetti di varia grandezza, cordami e fili di ferro. Mentre lance e spade sono venute fuori dalla lavorazione del legno e i foderi delle spade dall’utilizzazione della pelle; come, pure, i gambali, i bracciali e i calzari dei soldati romani. Particolare attenzione è stata rivolta alla costruzione di armi e accessori quali gladium, pilum e aquila imperiale,caligae. Per quanto riguarda la scenografia, il monumentale Tempio Romano con capitelli e frontone e il Sinedrio sono stati utilizzati pannelli e materiale vario, mentre per le croci si è adoperato legno e ferro.
La processione del Cristo morto
E' la processione più lunga del nostro borgo medievale. Gesù è trasportato in una lettiga (cataliettu) dai confrati incappucciati della Confraternita del S.S. Sacramento, fino alla chiesa di Santa Sofia ('U Munti, Monte di Pietà) dove si incontra con
La processione prosegue quindi per raggiungere la matrice San Giorgio dove i confrati ed i fedeli in genere fanno a pirdunanza, (adorazione della Croce) inginocchiandosi di tanto in tanto lungo la navata centrale della chiesa e battendosi il corpo con una specie di flagello. Da questa chiesa la processione si snoda per le vie del paese toccando ogni quartiere. Un elemento tradizionale della processione è “U laurietru”. A metà quaresima (G. Pitrè, Feste Popolari Siciliane) si preparano dei piatti, o ciotole con della stoppa o canapa, chicchi di grano, lenticchie, scagliola e acqua. Questi piatti vengono riposti al buio per poter far germogliare i semi. I germogli presentano all'inizio un colore giallognolo, ma il Venerdì Santo, durante la processione, trasportati dai bambini, sono rigogliosi e verdi, abbelliti da nastrini di vari colori. E' evidente la derivazione pre-cristiana dei "laurietri"; il termine "lauri" indica infatti il campo di grano appena in erba ed i cosiddetti "giardini di Adone" (piatti di orzo, lattuga o finocchio, fatti germogliare al buio in onore del Dio Adone amato da Afrodite) sono il precedente più immediato dei "laurietri". Nella simbologia cristiana rappresentano la morte e resurrezione di Gesù. "...se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Cfr. Gv 12,24). "I laurietri" rappresentano magnificamente il concetto di morte e rinascita.
A scinnuta d’a Cruci
Il Venerdì Santo si conclude nella chiesa di Santa Maria de Francis la sera con " A scinnuta d’a Cruci" (la discesa dalla Croce). Gesù (in materiale di carta pesta) viene deposto dalla Croce ed accompagnato, in un urna di vetro, nel Sepolcro sottostante la chiesa.
Nella chiesa di Santa Maria de Francis i fedeli trovano il loro momento di profonda partecipazione e preghiera con la caratteristica visita ai sepolcri, entrando ed uscendo dalle due aperture laterali della porta centrale per guadagnare le indulgenze plenarie.
SABATO SANTO
Come Gesù con i discepoli di Emmaus, anche i fedeli sono chiamati ad annunciare il Kerigma contro l'antievangelo dei discepoli disperati, purificandoli con il fuoco del sacrificio di Cristo, illuminandoli con la luce della sua Risurrezione, immergendoli in Cristo, acqua che zampilla per la vita eterna, e sostenendoli nella fede del Signore Risorto che rimane con noi fino alla fine dei tempi.